Consultando internet, libri e ascoltando le preziose testimonianze di coloro che in quel tempo hanno vissuto in prima persona la Seconda Guerra Mondiale, sono riuscito a ricostruire, mettendo in ordine fatti e nomi, uno spaccato di Massaprofoglio non a tutti noto. Iniziamo: a Massaprofoglio, si costituì il gruppo partigiano “205”, guidato dallo slavo Zoran Compagnet (Nicola) e formato da giovani camerinesi renitenti alla leva, militari fuggiti dai loro reparti, ex prigionieri del campo di concentramento di Colfiorito. Nel periodo iniziale, la dotazione di armi fu scarsa, un primo tentativo di farsi paracadutare mitragliatori e fucili dagli alleati era fallito, cosicché i partigiani si ritrovarono a compiere azioni di sabotaggio con qualche vecchia pistola e alcuni moschetti. Un modo di procurasi le armi era quello di assaltare le caserme dei carabinieri o i presidi repubblichini, e così fece il gruppo “205”, con esiti non sempre fortuiti. Finalmente a metà marzo, sull’altipiano di Macereto, gli alleati lanciarono col paracadute casse di armi e generi di prima necessità destinati ai gruppi dell’alto maceratese, e le azioni di guerriglia divennero più sostanziose.Il 4 febbraio 1944, alcuni fascisti provenienti da Camerino e Macerata assaltarono la postazione dei partigiani, incendiando la casa che usavano come base. Il tenente Nicola preferì non rischiare oltre ed ordinò la ritirata che avvenne senza perdite tra i partigiani. Il 22 febbraio 1944 il gruppo “205”, supportato da alcuni partigiani provenienti da Visso e Foligno, compì un’azione contro alcuni militi fascisti presenti a Muccia. Il gruppo partigiano, guidato dal sottotenente Raoul Mattioli, entrò nell’osteria della città nella quale si trovavano i fascisti e aprì il fuoco provocando 7 vittime. La strage avvenuta nell’osteria divenne di dominio pubblico, un reparto di militi fascisti arrivò da Macerata e procedette all’arresto dei sospettati di favoreggiamento nei confronti dei partigiani. La rappresaglia fascista continuò nei giorni seguenti fino a culminare con l’arresto di alcuni partigiani a Caldarola e il conseguente eccidio di Montalto.
Il 23 marzo 1944, Muccia fu teatro dell’uccisione del tenente Achille Barilatti. Il giorno precedente Barilatti era stato catturato dai fascisti, i quali lo avevano interrogato a lungo, ma invano, per estorcergli informazioni sulla guerriglia partigiana, quindi era stata decretata la sua morte per fucilazione.
lunedì 5 luglio 2010
Ricostruire la storia: il gruppo partigiano "205" di Massaprofoglio
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